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L’alimentazione a diesel: quando conviene?

Una campagna denigratoria

Scandalo del diesel gate, voci che si levano da più parti minacciando di vietare alle auto a gasolio l’entrata nelle città, costi di gestione non proprio bassi (la differenza tra un litro di diesel e uno di benzina è andata assottigliandosi negli ultimi anni).

dieselSembra una campagna denigratoria nei confronti del diesel, a favore di altri tipi di alimentazione e come ogni campagna che goda di una certa risonanza, arriva a dare i propri frutti.

I numeri, infatti, parlano di una riduzione delle vendite di auto alimentate a diesel, al punto che su tre acquirenti di auto, più di due opterebbero per un altro tipo di vettura.

Tuttavia a conti fatti, per molti utilizzatori, il diesel resta ancora la scelta migliore per una serie di vantaggi innegabili.

Quando il diesel non è conveniente

Per semplicità, si può partire definendo quelle situazioni in cui l’utilizzo del diesel non conviene. L’utilizzatore che percorre prevalentemente tratti cittadini e urbani e non fa più di 20.000 km all’anno dovrebbe preferire un veicolo a benzina. Il costo all’acquisto più elevato e una serie di meccanismi come il filtro anti-particolato (FAP) rendono poco o per nulla conveniente un’alimentazione a diesel in città.

Anzi, proprio il FAP e il DPF necessitano di alte temperature per dimostrare tutta la loro efficienza e per mantenersi attivi a lungo, senza bisogno di essere frequentemente puliti in modo forzato in officina o, peggio, di essere sostituiti prima del tempo. Chi guida prevalentemente in città e utilizza l’auto per pochi km e poi la parcheggia, non porta quindi il motore a raggiungere le temperature necessarie ai dispositivi anti-inquinamento installati sui veicoli diesel.

Senza ombra di dubbio le auto a benzina di piccole o medie dimensioni sono create per la città, dove la facilità di gestire il traffico delle strade e quella di parcheggiare in spazi ridotti si uniscono all’ancora più rilevante riduzione dei consumi rispetto al diesel.

L’importanza dell’aerodinamica e della struttura dell’auto

Nel momento in cui si voglia portare su di un’autostrada una di queste vetture e percorrere almeno un centinaio di km, allora la convenienza decade precipitosamente. Questo è ancora più vero per chi opta per auto di categoria multi spazio (Citroën Berlingo, Fiat Doblo, Fiat Cubo, Renault Kangoo, Peugeot Tepee, VW Caddy, ecc.), monovolume (Citroën C4 Picasso, Opel Zafira, Renault Scenic, Ford C Max e S Max, ecc..) o crossover e SUV compatti (Nissan Juke e Qashqai, Ford Sportage, Seat Arona, Skoda Karoq, Peugeot 5008, Hyundai Tucson, ecc.).

Per questi modelli, caratterizzati da una scarsa aerodinamicità e da un peso rilevante, il tipo di alimentazione ha la sua rilevanza anche in viaggi di poche centinaia di km.

Diesel e benzina a confronto

Il discorso sarà più evidente riportando un paio di esempi.

La multi spazio Renault Kangoo nella versione a benzina 1.2 TCe 115 CV consuma 10,7 l/100 km; la sua “sorella” con alimentazione a diesel, 1.5 dCi 110 CV si limita a 8 l/100 km. Per restare nella stessa casa automobilistica, la Scenic a benzina 1.2 TCe 130 CV consuma 9,5 l/100 km, contro i 6,9 l/100 km della versione diesel 1.6 dCi da 130 CV.

In un caso, come nell’altro, per chi percorre anche solo 200 km al giorno per lavoro, alla fine del mese il risparmio del diesel rispetto alla benzina è quantificabile in oltre 100 litri di carburante, ovvero all’incirca due serbatoi pieni. Inoltre, più aumentano i km percorsi più aumenta il risparmio, in base alla scelta effettuata.

A questi vantaggi, il diesel aggiunge anche una maggiore capacità di adattamento a percorsi di montagna e al traino di roulotte o carrelli.

Insomma, prima di passare all’acquisto della prossima auto, sarà il caso di riflettere attentamente sul tipo di utilizzo che ne verrà fatto: da questo dovrà dipendere la scelta per un veicolo diesel o per uno benzina.