L’aumento dei consumi per l’utilizzo dell’aria condizionata in auto
L’aria condizionata
Con il caldo estivo, gli spostamenti in città diventano difficoltosi e i viaggi verso i luoghi di villeggiatura rischiano di trasformarsi in vere e proprie agonie: sedili che si incollano alla pelle, camicie sudate, finestrini aperti e relativi colpi d’aria (che alla lunga danno problemi di torcicollo o di otite).
Fortunatamente gran parte delle auto oggi è prodotta con il climatizzatore, molte volte di serie anche nei modelli più economici e di dimensioni ridotte.
Quello che alla fine degli anni Ottanta era un lusso per al massimo il 5% delle auto in circolazione, al giorno d’oggi, e da svariati anni, riguarda oltre il 65% dei veicoli. Si tratta di una percentuale che, a seguito della rottamazione dei vecchi modelli e dell’immissione nel mercato dei nuovi, non fa che crescere.
Certo i consumi e le prestazioni dell’auto risentono del suo utilizzo, non vi è dubbio.
Ma allo stesso tempo sembra esserci un po’ di confusione a riguardo e potrebbe essere il caso di fare un po’ di chiarezza.
Accensione dell’aria condizionata in auto e aumento dei consumi
Non è preciso affermare, come molti pensano, che l’utilizzo dell’aria condizionata in auto provochi in maniera diretta un maggior consumo di carburante. È invece più esatto sostenere che il sistema di climatizzazione per funzionare prenderà potenza dal motore, il quale, per offrire lo stesso rendimento che aveva a condizionatore spento, consumerà di più.
Sembra una sfumatura banale, ma non lo è.
La maggior parte dei sistemi di climatizzazione dei veicoli, infatti, necessita della potenza del motore per riuscire a raffreddare l’abitacolo. È altrettanto vero che, tra tutti i dispositivi ausiliari dell’auto che utilizzano i kw erogati dal propulsore (finestrini elettrici, autoradio) il climatizzatore è quello che ha la maggiore incidenza sui consumi di carburante.
Si calcola che, in ragione del carico supplementare che l’utilizzo del climatizzatore richiede al motore, il consumo del carburante possa aumentare anche del 10%.
Cosa influenza il consumo di carburante
Più nel dettaglio, la differenza di consumo è dell’ordine di 0,5 – 0,7 litri ogni 100 km e varia in funzione della temperatura che si decide di avere nell’abitacolo. Per evitare forti sbalzi di temperatura al momento di uscire dall’auto, bisognerebbe impostare una temperatura con una differenza di 5°C – 7°C rispetto all’esterno.
Ovviamente non tutte le auto consumano nella stessa misura.
Riassumendo, l’incidenza sui consumi dell’aria condizionata in auto varia in funzione di determinati parametri:
- la dimensione dell’abitacolo del veicolo (maggiore è il volume di aria da raffreddare, maggiore sarà lo sforzo richiesto al sistema di climatizzazione e quindi al motore);
- la temperatura esterna (all’aumentare dei gradi centigradi esterni all’auto, crescerà anche il consumo di carburante);
- la temperatura impostata tramite il climatizzatore (più freddo si richiede, più carburante si consumerà);
- lo stile di guida (una guida sportiva porterà a richiedere più potenza ad un motore già “sovraccaricato” dal sistema di raffreddamento dell’aria).
Il climatizzatore anche d’inverno
Il sistema di climatizzazione può essere utilizzato anche durante l’inverno.
Potrebbe essere sufficiente utilizzare l’aria calda generata dal motore e con questa riscaldare l’abitacolo, ma per “sbrinare” i vetri, in caso di umidità, pioggia, forte escursione termica tra l’interno e l’esterno della vettura, allora si può ricorrere all’efficienza del climatizzatore. Dirigendo il getto d’aria calda sul vetro, questo tornerà pulito in breve tempo. Ovviamente, anche in questo caso, i consumi di carburante incrementeranno.
Alcuni costruttori, allo scopo di ridurre l’incidenza dell’utilizzo dell’aria condizionata sui consumi, stanno cercando di sviluppare e mettere a punto dei sistemi di climatizzazione elettrica. In questo modo sarebbe richiesto un minor sforzo al motore e un minor impiego di benzina o gasolio.