Il bollo auto: pagamento e prescrizione
Documenti per la circolazione dell’auto
Il libretto di circolazione, l’assicurazione e la patente sono tra quei documenti che attestano la legittimità di un’auto a circolare e di chi la conduce a poterla guidare e che sono da tenere sempre e comunque in auto, per essere esibiti durante un controllo delle forze dell’ordine.
Nel caso del bollo auto invece è decaduto da qualche tempo l’obbligo di esposizione e di esibizione. Va comunque ricordato che esiste l’obbligo di conservarlo a casa per un periodo minimo di tre anni.
Ma di cosa si tratta?
Il bollo auto: cos’è?
Quello che tutti o quasi chiamano bollo auto è una tassa automobilistica, che rientra tra i tributi regionali a carico dei motoveicoli e degli autoveicoli immatricolati nel nostro paese.
Il Bollo Auto, chiamato anche Tassa Automobilistica, è un tributo regionale che tutti i possessori di un veicolo iscritto al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) sono tenuti a versare.
La somma da pagare per assolvere a tale tributo si calcola basandosi su dei parametri regionali e su dei parametri dati dal tipo di veicolo. In particolare, tanto più sono i kilowatt dell’auto, tanto più elevato sarà il bollo e tanto più è bassa la classe di inquinamento (Euro 1, anziché Euro 6, per esempio), tanto più alto sarà il bollo.
Insomma, le auto più grosse e più inquinanti pagano di più. Fino al punto di arrivare al cosiddetto superbollo, applicato alle auto con potenza superiore a 85 kW, nella misura di un addizionale di 20€/kW aggiuntivo.
La scadenza del pagamento del bollo e il ravvedimento operoso
Non vi è una scadenza univoca della rata annuale del bollo, ma questa dipende dalla data di immatricolazione dell’auto. Il pagamento può essere effettuato nelle sedi ACI, presso gli uffici postali o le agenzie di pratiche automobilistiche, nelle tabaccherie fornite di sistema Lottomatica e, solo per alcune regioni, anche online.
Ma cosa succede se il bollo auto non viene saldato entro i termini previsti?
Innanzitutto, va specificato che la scadenza del bollo è prevista per la fine del mese successivo a quello in cui era stato pagato l’anno precedente: un bollo pagato il 28 febbraio 2017, potrà essere rinnovato entro il 31 marzo 2018.
Trattandosi di una tassa, il suo pagamento è ovviamente obbligatorio, quindi nel caso in cui un automobilista non provveda alla messa in regola, sarà soggetto a sanzioni. In caso di mancato pagamento entro i termini, è possibile ricorre al ravvedimento operoso:
- Pagando entro 14 giorni, la sanzione è dello 0,1% per ogni giorno di ritardo
- Se si paga tra il 15esimo e il 30esimo giorno, la sanzione aumenta fino all’1% dell’imposta
- Con un ritardo tra uno e tre mesi, la sanzione sale al 1,67%
- Tra tre mesi e un anno di ritardo, la sanzione ammonta a 3,75%
- Con un ritardo di oltre un anno, decade il beneficio del ravvedimento operoso e si va a pagare il 30% del bollo oltre agli interessi pari allo 0,5% ogni sei mesi.
L’intervento dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione
Se superato l’anno il contribuente non provvede a sanare il suo debito, la Regione interverrà con l’invio di un avviso di pagamento. A questo punto, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (che dal 1 luglio 2017 ha sostituito Equitalia) dovrà notificare mediante cartella esattoriale.
Nel caso in cui, il contribuente – automobilista non provveda a pagare entro 60 giorni dalla notifica, rischia il fermo amministrativo dell’auto.
Se il pagamento del bollo non viene effettuato per un periodo di almeno tre anni (tre bolli consecutivi) è invece prevista la radiazione dell’auto dal Pubblico registro Automobilistico.
Esiste la possibilità che il pagamento del bollo auto cada in prescrizione. Questo può avvenire nel caso in cui le autorità (Regione o Agenzia delle Entrate) non provvedano alla notifica di pagamento entro 3 anni dalla scadenza. Il calcolo si fa a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello della scadenza del bollo.
Va da sé che l’arrivo della notifica, anche solo l’ultimo giorno prima della fine dei tre anni, farà decadere la prescrizione, rendendo nuovamente obbligatorio il pagamento della tassa automobilistica.