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Come calcolare la distanza di sicurezza da mantenere?

Chi ha studiato di recente per prendere la patente, ricorda sicuramente che l’articolo 149 del Codice della Strada impone di mantenere la distanza di sicurezza dall’auto che ci precede. Tutti gli altri, invece, dovrebbero saperlo e, soprattutto, lo sperimentano ogni giorno.

Certo, l’articolo in questione impone che durante la marcia i mezzi tengano “rispetto al veicolo che li precede, una distanza di sicurezza, tale che sia garantito in ogni caso l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono”. Diversamente, oltre a sanzioni amministrative e decurtazioni di punti dalla patente, il rischio, ben più grave, è quello di impattare rovinosamente contro l’auto, il camion, la moto, il pullman che ci precedono.

Come si calcola la distanza di sicurezza?

Benissimo, ma come si calcola la distanza di sicurezza? Esiste una distanza unica, valida per tutti e in tutte le condizioni?

Certo che no; l’unica cosa che vale sempre è la norma del CdS e quel “in ogni caso”, che sta ad indicare che sta al conducente adattare la propria guida a tutta una serie di variabili, che, in quanto tali, non possono essere determinate ex ante dalla legge, ma solo da chi sta al volante.

Partiamo dal principio che la distanza di sicurezza è quella distanza che ogni veicolo deve mantenere da quello che lo precede, per potersi arrestare, quando necessario, senza andarci a sbattere contro.

Ecco quindi, che entrano in gioco diversi elementi, come la prontezza dei riflessi del conducente, il tipo e lo stato di efficienza del veicolo, la velocità, la visibilità e le condizioni atmosferiche, le condizioni del traffico, la pendenza della strada, oltre che le caratteristiche e le condizioni del manto stradale e (non solo per i camion) l’entità del carico.

Questo perché, più una persona è stanca (perché ha lavorato tutto il giorno o perché ha già parecchie ore di guida alle spalle dalla mattina), più i suoi riflessi saranno lenti, allo stesso modo in cui la velocità di reazione diminuisce con l’avanzare dell’età.

Ma non è tutto, in quanto un’auto nuova, con tecnologie avanzate di frenata e guida assistita si arresterà in meno tempo di un’auto immatricolata 15 anni fa e con quasi 200.000 km all’attivo. E qualsiasi auto, su fondo bagnato, nevoso o ghiacciato, frenerà in uno spazio più lungo (a volte anche quadruplo) rispetto ad una frenata su fondo asciutto.

Per non parlare dei fondi dissestati, che causano una minor aderenza delle ruote a terra e quindi un aumento degli spazi di arresto.

Velocità, spazio di frenata e tempi di reazione

E poi vi sono i numeri: un’auto a 100 km/h percorre ben 27,8 metri al secondo; e questo è solo l’inizio, per poter calcolare quanto spazio lasciare tra sé e il veicolo che ci precede.

Vi sono poi i tempi di reazione, solitamente conteggiati tra 0,5 secondi e 1,5 secondi: ovvero, questo è il tempo che intercorre tra quando ci accorgiamo che gli stop dell’auto davanti a noi si accendono e quando schiacciamo il pedale del freno.

Non sappiamo però quale sarà il tempo di frenata di chi ci precede: potrebbe fermarsi prima di noi e, quindi, noi avremmo uno spazio di frenata a disposizione minore. Il che ci induce ad allungare la nostra distanza di sicurezza.

Insomma, lasciamo da parte tutte quelle tabelle che ci dicono che a 50 km/h la distanza di sicurezza è pari a 25 metri e che a 90 km/h è pari a 40 metri e così via.

Le variabili in gioco sono troppe e troppo complesse da calcolare a mente, mentre si guida. Insomma, meglio abbondare e stare un po’ più lontani, che troppo vicini.

In conclusione

Tornando ai tempi di reazione medi, in genere, prima di schiacciare il pedale del freno (sempre alla supposta velocità di 100km/h) percorriamo ben 20 metri.

L’ideale è quindi di adattare una guida attenta non solo all’auto che ci precede, ma anche a quelle prima di questa, in modo da essere preparati ad eventuali stop improvvisi.

L’ideale, ancora, è di guidare in modo “adattivo”, ovvero secondo le condizioni stradali, ambientali e personali: più siamo stanchi, più il traffico è intenso, più il fondo stradale è difficile (rovinato, bagnato) e più ci terremo lontani da chi abbiamo davanti.