Cosa copre l’assicurazione in caso di incidenti con animali selvatici
Spesso causati dal mancato rispetto dei limiti velocità o delle misure di sicurezza, altre volte accaduti per pura fatalità, i sinistri che coinvolgono animali selvatici, oltre a essere molto spiacevoli, sono anche molto pericolosi e, non da ultimo, costosi.
Secondo l’osservatorio dell’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale (ASAPS), nel primo semestre 2021 in Italia ci sono stati 76 incidenti significativi con il coinvolgimento di animali, per un bilancio di 4 vittime e 86 feriti.
E non si pensi che questo tipo di incidenti coinvolga solamente animali domestici (tra i quali, oltre a cani e gatti, rientrano anche i meno usuali cavalli). Spostandosi dai centri abitati, infatti, ci si può imbattere in animali selvatici come cinghiali, cervi, caprioli, volpi e, in Trentino, dove si sta procedendo da qualche anno alla reintroduzione dell’orso, si può incontrare anche il grosso plantigrado.
Incidenti con animali selvatici: come evitarli?
Anzitutto, è necessario guidare sempre con prudenza, non solo nelle zone abitate o nelle strade di montagna (dove è più facile che un animale selvatico esca all’improvviso da dietro un albero e attraversi la strada).
Anche le fasce orarie hanno la loro importanza: alle prime luci dell’alba o all’approssimarsi del tramonto, o ancor più quando è buio, sono i momenti in cui aumentano le probabilità che animali selvatici – e non – si spostino da una zona boschiva ad un’altra. Attenzione particolare va posta, inoltre, nei tratti stradali in cui la visibilità è ridotta, per presenza di siepi, di vegetazione fitta o di continue e insidiose curve.
Incidenti con animali selvatici: chi paga i danni?
Cosa fare se però l’imprevedibile accade e si verificano sinistri con animali?
Anzitutto, in caso di urto è necessario mantenere la calma e fermare subito l’auto. Evitare brusche sterzate e tenere saldo il volante è fondamentale per evitare di invadere l’altra corsia di marcia.
Dopo aver fermato l’auto, si consiglia di azionare gli indicatori di emergenza e posizionare il triangolo alla dovuta distanza dal veicolo, per segnalare la propria presenza agli altri automobilisti.
È poi necessario chiamare le Forze dell’Ordine e, attendendo il loro arrivo, scattare delle foto, sia all’animale ferito o deceduto, sia all’auto danneggiata. Si tratta di elementi che rivestiranno fondamentale importanza nella richiesta di risarcimento all’assicurazione. Questa procedura va quindi seguita anche nel caso in cui l’animale ferito dovesse scappare. Ovviamente, se l’animale è deceduto, è severamente vietato portarlo via: si tratterebbe di bracconaggio e il responsabile è perseguibile penalmente.
La responsabilità del sinistro: cosa cambia
Se si tratta di un animale domestico, la responsabilità è immediatamente individuata nel proprietario dell’animale, o in chi ne aveva il possesso in quel momento, perché entrambi hanno il dovere di custodire l’animale in modo che non causi danni a cose o persone. Questo vale sempre, a meno che il proprietario non riesca a provare in maniera certa il caso fortuito.
Nel caso dell’animale selvatico, invece, la questione si fa più complessa. La fauna selvatica è, infatti, patrimonio dello Stato: Regioni e Province la devono gestire assicurando che non comprometta la sicurezza dei cittadini e degli automobilisti. Allo stesso tempo, però, è complesso dimostrare la responsabilità della Pubblica Amministrazione e ottenere dalla stessa il risarcimento dei danni subìti.
All’Ente Provincia o Regione, infatti, basterebbe dimostrare che la presenza di animali selvatici era chiaramente segnalata (con la classica segnaletica verticale, ad esempio, del cervo che attraversa la strada).
Le normative in merito variano da Regione a Regione, da Provincia a Provincia; al contempo, le sentenze dei Tribunali sono contradditorie, perché una volta pongono l’accento sulla responsabilità dell’Amministrazione, un’altra su quella dell’automobilista, incauto.
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