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Il divieto di fumare in auto a tutela dei bambini e dei nascituri

Il divieto di fumo

La campagna per la sensibilizzazione sui danni da fumo viene combattuta su più fronti, da diversi anni e non solo in Italia. Basti pensare che paesi come l’Inghilterra sono al centro di vere e proprie battaglie contro la nicotina datempo ormai incalcolabile.

Divieto fumo in autoLe persone più a rischio, come i minori, le donne incinte e i cardiopatici, sono quelle verso cui la legge cerca di estendere una maggior tutela. E quindi, dopo le norme che impediscono di accendere una sigaretta prima sul luogo di lavoro, poi all’interno di bar e ristoranti, ora si tenta di entrare ancora più nella sfera privata, andando a normare gli atteggiamenti anche dentro ai veicoli. L’obiettivo principale del divieto di fumare in auto è quello di proteggere i non fumatori dagli effetti nocivi del fumo passivo, altrettanto nefasti di quelli da fumo attivo.

Cosa dice la normativa?

L’Italia, almeno in questo, non è da considerarsi fanalino di coda all’interno dell’Unione Europea. La legge attualmente in vigore, ovvero il decreto legislativo n° 6 del 2016, se da un lato recepisce una direttiva comunitaria del 2014, dall’altro interviene nel più ampio quadro della legge a tutela della salute, risalente addirittura al 2003 (legge n° 3).

La normativa attuale sancisce il divieto di fumare in auto (sia nel caso di veicolo in movimento, sia nel caso di veicolo in sosta), se al suo interno sono presenti minori di 18 anni o donne in gravidanza o, ancora, in prossimità di un ospedale e di strutture universitarie ospedaliere, in particolare nei pressi delle pertinenze esterne degli ambulatori pediatrici, dei reparti di ginecologia, ostetricia e neonatologia.

È estremamente chiaro come il legislatore si ponga dalla parte del bambino e del nascituro, per tutelare entrambi dai rischi dovuti al fumo passivo.

Le sanzioni

La sanzione base è piuttosto ridotta (27,50€), ma può essere aumentata di 10 volte (e arrivare dunque a 275,00€). Se la violazione della legge dovesse essere compiuta in presenza di un minore di 12 anni o di una donna in evidente stato di gravidanza la sanzione raddoppia, per raggiungere così i 550€.

Tale norma non è inserita all’interno del più ampio Codice della Strada, ma rientra invece tra le leggi a tutela dei non fumatori. Da ciò, derivano due conseguenze dirette: non sono previsti sconti per chi paga entro 5 giorni; l’unico ricorso possibile è quello da effettuarsi davanti al solo Prefetto e entro 30 giorni (anziché dinanzi anche al Giudice ed entro 60 giorni).

I danni: per la salute e per l’auto

Dunque, la legge ora impone il divieto di fumare in auto, anche se solo nelle condizioni appena illustrate. Resta però l’aspetto effettivamente legato alla salute: se in generale, fumare una sigaretta comporta dei danni irreversibili alla salute (difficoltà respiratorie, riflessi appannati, rischio di infarto e di tumori e, per gli uomini, impotenza e cancro alla prostata), fumare in un ambiente chiuso e ristretto come un autoveicolo diventa ancora più denso di conseguenze estremamente negative.

E per chi fosse indifferente a questi argomenti, ve n’è un altro di genere più strettamente economico. Secondo una ricerca condotta da una società britannica (Carbuyer) su un campione di circa 6.000 persone, chi acquista un’auto usata tende a scartare quelle in precedenza possedute o utilizzate da un fumatore. Sembra infatti che riportare ad uno stadio di pulizia decente un’auto usata sia particolarmente difficile e costoso (la sanificazione degli interni per eliminare l’odore di tabacco può arrivare a costare oltre 2.600€). Se inoltre i fumatori erano accaniti e più di uno, l’impresa di rimessa a nuovo di tappezzeria e interni potrebbe risultare addirittura impossibile.