Il rodaggio dell’auto nuova
Il rodaggio ieri e oggi
Fino a qualche anno fa, effettuare il rodaggio di un motore, auto o moto che fosse, era una pratica da eseguire in maniera attenta e rispettosa delle indicazioni della casa produttrice, del concessionario e del meccanico. Non superare una certa velocità e non “tirare” le marce al di là di un certo numero di giri, il tutto da fare per un determinato chilometraggio, più o meno elevato a seconda che si trattasse di motori benzina, diesel, GPL o metano.
Oggi, invece, il quadro è stato ridimensionato. Non si può dire che il rodaggio dell’auto non sia più necessario, certo. Ma sicuramente è fonte di minori preoccupazioni ed angosce per il neo proprietario dell’auto, che è più libero di utilizzare il mezzo senza eccessivi vincoli di velocità.
Infatti le tecnologie moderne consentono di produrre in fabbrica componenti elettroniche e organi meccanici con una precisione di gran lunga superiore rispetto al passato e dunque più prossime a quelle ottimali di utilizzo. L’assestamento tra “i pezzi” si dovrà sì completare, ma richiederà minor tempo, minor numero di km e semplicemente una guida più tranquilla e meno sportiva; sarà sufficiente seguire le indicazioni riportate nel libretto d’uso e manutenzione.
Le componenti meccaniche
Il rodaggio delle parti meccaniche consiste in un processo di usura selettiva e controllata, grazie al quale le superfici antagoniste (basti pensare a solo titolo di esempio, al movimento del pistone all’interno del cilindro) vengono portate alla coerenza geometrica e alla microtopografia ottimale.
Per tutta la durata di questa fase l’attrito sarà molto elevato, il calore generato enorme. Ne conseguirà un maggior consumo di olio e di carburante. Inizialmente oltre a consumi più elevati, le prestazioni saranno inferiori a quelle indicate dalla casa produttrice e raggiungibili dell’auto a rodaggio ultimato.
Con il passare dei km, l’automobilista attento si accorgerà dei progressivi miglioramenti del motore, della maggior scioltezza dell’auto e riuscirà a decretare in autonomia la fine del periodo di rodaggio.
Parametri diversi per alimentazioni diverse
Ovviamente non tutti i motori hanno le stesse necessità.
Ad un’auto con alimentazione a benzina può bastare un rodaggio da effettuarsi nel giro di 2.000 km, durante i quali non si dovrà spingere troppo a fondo sul pedale dell’acceleratore e si dovrà invece cambiare spesso rapporto di velocità per evitare di far salire troppo i giri del motore.
Un’alimentazione diesel invece richiederà un periodo molto più lungo: la guida dovrà essere prudente per 3.000 o 4.000 km, mentre durante i primi 10.000 km il proprietario passerà più spesso dall’officina per i tagliandi e per tenere sotto controllo di frequente il consumo di olio.
Un’auto con impianto GPL infine, oltre alle attenzioni per effettuare una guida tranquilla come per le altre alimentazioni, dovrà seguire altre accortezze. I costruttori e i meccanici consigliano di effettuare i primi 500 km utilizzando esclusivamente la benzina. Successivamente, per tutto il periodo di rodaggio, si effettueranno alternativamente un pieno di benzina e tre di GPL.
Freni, pastiglie, pneumatici
Oltre a quanto già indicato precedentemente, vi sono altri accorgimenti da seguire durante la fase di rodaggio dell’auto e che valgono per qualsiasi tipo di motore:
- variare frequentemente la velocità di crociera, in modo da consentire l’assestamento di bronzine, cuscinetti e fasce elastiche;
- innestare le marce in maniera non brusca;
- utilizzare il condizionatore solo nei tratti pianeggianti, evitando di accenderlo durante le salite e con l’auto a pieno carico;
- evitare le frenate lunghe e costanti per non danneggiare le pastiglie;
- evitare le accelerazioni improvvise e le frenate brusche per consentire l’adattamento degli pneumatici.