Varie

Un ulteriore passo avanti nella sicurezza stradale: le strisce pedonali intelligenti

Lo scenario attuale

Immaginate una grande città, una metropoli; all’ora di punta, il traffico delle auto e dei pedoni aumenta esponenzialmente. Laddove fino a 30 minuti prima dovevano attraversare poche persone alla volta, ora, all’improvviso, come per magia, si materializzano centinaia di uomini, donne, bambini con valigette 24 ore, borse della spesa, zaini scolastici.

strisce_pedonaliDa una parte e dall’altra della strada, la marea di gente si accalca per recarsi a casa, a pranzo, a recuperare l’auto al parcheggio, ma le strisce non sono sufficienti ad ospitare i flussi continui, la loro larghezza è limitata tra 2,5 e 4 metri e non può di certo modificarsi.

Come se non bastasse, anche il numero delle auto che circola in quel punto della città, in quel momento, è cresciuto vertiginosamente. E tutti hanno fretta.

Lo scenario futuro

Immaginate ora invece, dei passaggi pedonali non disegnati a terra, ma luminosi. Immaginate che queste strisce possano mutare il loro colore, l’intensità luminosa e la loro larghezza, adattandola al numero di pedoni che stanno per attraversare e al traffico di auto in circolazione.

Non si tratta di uno scenario alla Blade Runner o alla Ritorno al Futuro 2, ma di realtà. Magari non prossima, come si potrebbe sperare, ma comunque arrivata ad uno stadio di sperimentazione piuttosto avanzato. Si cercano soluzioni innovative per aumentare la sicurezza di automobilisti e di pedoni e in questo la tecnologia fa la parte del leone.

In questa prospettiva, ecco inventate a Londra le Starling Crossing, ovvero strisce pedonali stigmergiche. Per gli amanti dell’etimologia “starling” altro non è che l’acronimo di STigmergic Adaptive Responsive LearnING Crossing. La stigmergia, poi, non ha nulla di fantascientifico e la si trova soprattutto in natura: è il sistema ad esempio che le formiche o le termiti utilizzano per comunicare tra loro, modificando l’ambiente circostante (con il rilascio, ad esempio, di tracce di feromoni).

Tecnicamente, l’utilizzo di reti neurali nella realizzazione di queste strisce pedonali intelligenti, perché adattive, dà origine ad un sistema che per comunicare informazioni passa attraverso la modifica dell’ambiente circostante in tempo reale.

Come funziona tutto ciò?

La fase di osservazione

Una serie di telecamere ad alta definizione riprende la zona attorno al passaggio: in tutte le direzioni, ad altezza uomo (e bambino), bici, moto, auto, camion, bus, tram.

Insomma, tutto quello che succede nell’area viene attentamente monitorato, in particolare tutto ciò che è in movimento.

Un’unità di controllo, oltre ad osservare e registrare le informazioni, è in grado di calcolare la posizione, la traiettoria, la velocità e, quindi, di prevedere i movimenti. Questo è reso possibile proprio dalle reti neurali, che “imparano” dal passato e si adattano quindi a quanto successo in precedenza.

La fase di visualizzazione

A questo punto entrano in gioco le strisce pedonali intelligenti, che poggiano direttamente a filo dell’asfalto: sopportano il peso dei veicoli e, in caso di pioggia, sono antiscivolo. Un’illuminazione al led consente di raffigurare le tradizionali strisce bianche, certo, ma non solo: a terra potranno quindi apparire forme differenti, motivi diversi, indicazioni di vario tipo, oltre ovviamente a tanti colori. Le strisce pedonali intelligenti possono anche consigliare al pedone la migliore traiettoria da seguire per passare da una parte all’altra della strada, in funzione del sopraggiungere di auto.

Come già detto, l’area dell’attraversamento può ingrandirsi nei momenti di maggiore traffico, e assottigliarsi, fino a scomparire, in assenza di pedoni.

Anzi, quest’ultima opzione permetterà di rendere ancora più fluido il traffico dei veicoli. Le strisce che variano in funzione delle esigenze infatti non sono a solo vantaggio dei pedoni. Anche gli automobilisti ne potranno beneficiare.

Le Starling Crossing infatti sono in grado di richiamare l’attenzione dell’automobilista, segnalandogli la presenza di un mezzo posto nell’angolo cieco dello specchietto.